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Giuseppe Massaro
Canti d’amore per i pronipoti di Otello
di Giuseppe MassaroPartecipazione di U. Baglivo, R. Natale, G. Scotti
Orazio e la sua “mediocritas” assumono in questo paziente quanto prezioso lavoro letterario una particolare angolatura: il messaggio oraziano non è visto (come si è soliti vedere) dalla parte di Roma, della storia ufficiale che colloca i poeti augustei come cantori della “pax augustea” finalmente raggiunta, nella pienezza dei tempi, dopo le lotte politiche della precedente epoca repubblicana, ma dalla parte della terra d’origine: la Lucania.Orazio e la sua “mediocritas” assumono in questo paziente quanto prezioso lavoro letterario di Giuseppe Massaro una particolare angolatura: il messaggio oraziano non è visto (come si è soliti vedere) dalla parte di Roma, della storia ufficiale che colloca i poeti augustei come cantori della “pax augustea” finalmente raggiunta, nella pienezza dei tempi, dopo le lotte politiche della precedente epoca repubblicana; ma dalla parte della terra d’origine: la Lucania. L’autore, senza scomodare nomi e procedimenti propri della Psicanalisi, recupera nella lingua concreta e nelle immagini vive dell’opera di Orazio il sostrato contadino, mai dimenticato dal poeta venusino nel suo lungo soggiorno romano.
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Esaurito
Partecipazione di U. Baglivo, R. Natale, G. Scotti
Orazio e la sua “mediocritas” assumono in questo paziente quanto prezioso lavoro letterario una particolare angolatura: il messaggio oraziano non è visto (come si è soliti vedere) dalla parte di Roma, della storia ufficiale che colloca i poeti augustei come cantori della “pax augustea” finalmente raggiunta, nella pienezza dei tempi, dopo le lotte politiche della precedente epoca repubblicana, ma dalla parte della terra d’origine: la Lucania.
Orazio e la sua “mediocritas” assumono in questo paziente quanto prezioso lavoro letterario di Giuseppe Massaro una particolare angolatura: il messaggio oraziano non è visto (come si è soliti vedere) dalla parte di Roma, della storia ufficiale che colloca i poeti augustei come cantori della “pax augustea” finalmente raggiunta, nella pienezza dei tempi, dopo le lotte politiche della precedente epoca repubblicana; ma dalla parte della terra d’origine: la Lucania. L’autore, senza scomodare nomi e procedimenti propri della Psicanalisi, recupera nella lingua concreta e nelle immagini vive dell’opera di Orazio il sostrato contadino, mai dimenticato dal poeta venusino nel suo lungo soggiorno romano.
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